La Storia dell’India
La storia dell’India è importante per comprendere con un riassunto in breve il passato e il presente di uno dei paesi asiatici più affascianti. Terra in cui si sono succedute numerose etnie, culla di antichi imperi e numerose civiltà. Oggi popolare come terra di spiritualità, possiede comunque un passato caratterizzato da conflitti. Passando dall’arrivo dei primi esploratori della Compagnia delle Indie al colonialismo inglese, oggi l’India è un paese meraviglioso e con un immenso territorio diversificato, oltre che terra dove convivono numerose etnie e religioni. Andiamo quindi a scoprire insieme la storia del Paese, approfondendo il suo passato per comprendere al meglio il presente prima del nostro viaggio in India.
La Storia dell’India
Per comprendere il presente è importante conoscere il passato, quindi andiamo a vedere la storia dell’India grazie a un riassunto. La Civiltà della Valle dell’Indo compare in India la prima volta oltre 2.000 anni fa, prendendo appunto nome dal fiume Indo. Venne poi importato il sanscrito dagli Aryas, provenienti dall’Asia centrale, e dai Veda l’induismo. La prima grande dinastia vede la luce nel 264 a.C., sotto il re Ashoka. Si susseguirono numerosi reggenti, fino all’invasione degli Unni nel X secolo, che divise l’impero. Durante il medioevo, il territorio dell’attuale India divenne un sultanato, fino al 1526. Nel XV secolo, i Moghul discendenti da Tamerlano e provenienti dall’attuale Uzbekistan, fondarono un impero che durerà 300 anni sotto Akbar, costruendo il Taj Mahal.
Durante il XVII secolo l’India è sotto il controllo inglese, preparando il terreno all’arrivo di Gandhi, che combatté in modo non violento per l’Indipendenza del suo paese con la disobbedienza, portando nel 1947 all’indipendenza, ma anche alla sua divisione in Repubblica dell’Unione Indiana e Repubblica Islamica del Pakistan. Nella regione del Kashmir si svolge tra 1947 e 1949 la guerra indo-pakistana, ancora oggi zona di discordie tra i paesi. Sotto il governo di Indira Gandhi l’India raggiunge l’indipendenza economica, migliorando l’industria e la ricerca, ma lo sviluppo rimane lento a causa della suddivisione in caste. Oggi, l’India è una Repubblica Parlamentare Federale e uno dei Paesi più amati dai viaggiatori di tutto il mondo, ricco di meraviglie architettoniche e paesaggistiche, spiritualità, ma con ancora molte contraddizioni.
Le fasi
Periodo | Epoche Storiche |
---|---|
Preistoria | 40.000 anni fa – 500 d.C |
Civiltà della Valle dell’Indo | 500 a.C.-1192 d.C. |
Periodo Musulmano | 1192-1707 |
Periodo di Transizione | 1707-1803 |
Colonialismo inglese | 1803-1947 |
Indipendenza | 1947 |
Repubblica Indipendente Federale | 1947 – … |
L’antica India
I primi popoli di cui si hanno traccia sul territorio durante la storia dell’India furono i negritos, tra i 65 e i 35 mila anni fa. Arrivarono poi i proto-australoidi, divisi in tribù, e gli Adivasi, discendenti degli Hindu. Particolarità di questi popoli antichi, era una struttura matriarcale e l’animismo come religione.
La preistoria
Dal 4.000 a.C i Brachicefali si diffusero in India insieme ai Dravidi, civiltà mediterranea arrivata da ovest stanziandosi nella Valle del’Indo. Durante il III millennio a.C. si sviluppò così la civiltà della valle dell’Indo. Le città principali di questo periodo storico furono Harappa e Mohenjo-daro. Queste non sopravvissero alle invasioni ariane, ma ci furono in questo periodo molti scambi con Mesopotamia, Antico Egitto, accadici e sumeri.
Il culto principale era quello di Shiva e della dea Madre, sviluppando la religione dravidica e iniziando a considerare sacre le vacche e altri simboli di fertilità, sviluppando anche il culto del Giainismo. Durante il III secolo a.C., probabilmente a causa di un repentino cambio climatico, la valle dell’Indo venne abbandonata, e così anche le sue città. Ciò potrebbe essere dovuto a una modifica delle placche tettoniche e la scomparsa di alcune riserve idriche, che portò anche a scontri interni per le risorse tra tribù particolarmente bellicose. La civiltà Dravida si spostò a sud, sviluppando fino all’era cristiana numerose tradizioni, mentre a nord si spostarono gli Arii.

Le migrazioni indo-ariane e la varie civiltà
Durante il II millennio a.C., con il termine della civiltà dell’Indo, i popoli ariani si spostarono nel nord dell’India durante la sua storia in breve, dando vita alle prime migrazioni come vedremo in questo riassunto. Originariamente popoli indorianici precedenti alla cultura Sintashta, gli arii si insediarono principalmente prima nel sito di Bactriano-Argiano, arrivando poi in India attraversando i passi a nord-est dell’Afghanistan tra 1.700 e 1.500 a.C. La loro penetrazione e conquista nel territorio fu lenta, molto ostacolata dai popoli già presenti, come i Dasa. Gli Arii furono stanziali dal 1.200 a.C. circa, diffondendosi nella pianura indo-gangetica.
I popoli dravidici nell’India del Sud, crearono invece regni evoluti, come quello dei Chera, di Chola e di Pandya, mantenendo il dominio e l’indipendenza per più di 2.000 anni. Nello stesso periodo, si sviluppò il regno dei Mahajanapada sempre nella pianura indo-gangetica. Durante il 500 a.C. era tra i regni più vasti e, sempre in questo periodo, iniziò la seconda urbanizzazione indiana dopo quella della Valle dell’Indo. Tra 500 e 400 a.C., l’epoca di Buddha, furono 4 i regni dominanti: Magadha, Vatsa, Avanti e Kosala. Esistevano anche tribù minori, in cui si fondarono importanti religioni, come il Buddhismo e il Giainismo, creando una parte importantissima in breve della storia dell’India tra il VI e V secolo a.C.
Le invasioni
Mentre nella zona orientale del territorio durante la storia dell’India nel riassunto si svilupparono i regni di Kosala e Magadha, le zone a nord erano controllate nel 520 a.C. dagli achemenidi dell’Impero persiano sotto Dario il Grande. Questa situazione durò per quasi due secoli, quando nel 334 a.C. Alessandro Magno conquistò gli achemenidi, sconfiggendo durante la battaglia dell’Idaspe re Poro. Tra i 16 regni che si svilupparono in questo periodo, quello di Magadha divenne tra i più potenti a nord dell’India. La sua capitale fu Rajagrihae poi Pataliputra, odierna Patna. Varie dinastie si susseguirono durante gli anni, fino ad arrivare a quella Maurya dopo il 321 a.C.

I grandi Imperi
La dinastia Maurya terminò nel 321 a.C., quando il generale Maurya spodestò l’allora regnante. L’impero si estese sulla maggior parte del territorio durante questo periodo della storia dell’India in breve, arrivando quasi alla Persia. Seleuco I Nicatore, governatore di Alessandro Magno, oltrepassa i monti dell’Hindukush nel 305 a.C. per invadere la pianura del Gange, ma viene fermato dal generale Maurya e firmò un trattato di pace. Con la conversione al buddhismo, molti generai iniziarono una politica non-violenta, rendendo l’Asia meridionale e l’India una terra prospera e sviluppando così le sue arti. Aśoka fu uno dei personaggi più importanti di questo momento storico, iniziando una politica sulla retta condotta, rafforzando il suo impero.
Nel 185 a.C. nel riassunto della storia dell’India si sviluppò la dinastia Shunga e, dal 71 a.C. quella Kanva. Nella parte sud del Paese, i Kanva nel 30 a.C. si sostituiranno alle dinastie Magadha, insieme ai Shatavahana. Durante il medio periodo si ebbe il maggior sviluppo culturale, specialmente grazie alla dinastia di Andhra, una delle più importanti dell’India centrale dal 230 a.C. Inoltre, ci furono molti altri regni sparsi tra le regioni di tutto il territorio che si susseguirono in differenti momenti storici. Demetrio I, re greco-battriano, nel 180 a.C. invase l’India dal Hindu Kush, arrivando fino Pataliputra. Altri suoi generali, invasero il paese da meridione, iniziando, per la storia dell’India in breve, una nuova migrazione.

Le nuove invasioni
Tra il II e I secolo a.C. nella piana gangetica arrivando gli shaka, insediandosi e sostituendosi agli indo-greci e indo-sciiti. Dopo un secolo circa, arrivarono le invasioni dei Kusana da nord-ovest, che fondarono un nuovo impero nella valle del Gange, fino al golfo del Bengala. Il regno dei Kushan, durante il riassunto della storia dell’India, strinse rapporti anche con Roma, tant’è che Plinio il Vecchio scrisse dell’India in alcuni suoi testi. Ai kushan si sostituirono tra III secolo e IV gli indo-sasanidi, cacciati solo nel 410 dagli unni bianchi, riprendendo il territorio nel 565. Ciò durò fino al VII secolo, con l’arrivo delle conquiste arabe.
L’epoca d’oro e i regni medi
L’epoca classica durante la storia dell’India in questo riassunto, si identifica tra il IV e il V secolo, sotto la dinastia Gupta che unì il paese durante un’epoca d’oro. Durante questo periodo storico, si svilupparono le arti, l’amministrazione arrivò al suo apogeo, come le scienze e la cultura. Nel VI secolo, con la caduta dell’Impero, l’India tornò suddivisa in vari regni a livello regionale. Questo impero ebbe fine con l’arrivo in asia centrale degli unni bianchi, anche se alcuni discendenti dei Gupta governarono nel Magadha; rovesciati solo nel VII secolo dal re Vardhana.
Dopo, iniziò il periodo dei regni medi, come quello a nord Tamil Nadu e nel Kerala, mentre i porti a sud si aprivano con il sud-est asiatico e con l’Impero Romano, iniziando il commercio di spezie. Nel VII secolo il re di Kannauj unificò il nord, mentre tra 550 e 750, come dal 970 al 1190, l’impero Chalukya dominò la parte sud dell’India. Invece, la dinastia Gurjara-Pratihara regnò tra VI e XI secolo nel nord. Mentre tre regni si contendevano il dominio del nord, i Chola si sviluppavano nel sud. Nel VI secolo, il regno Rajput nacque nella zona del Rajasthan, espandendo il suo dominio nel nord.

Sultanati islamici
Nel 711, avvenne la prima spedizione musulmana durante la storia dell’India a opera di al-Walīd I, califfo di Damasco, che inviò il suo generale Muhammad ibn Qasim e le truppe nel Sindh. Pur non creando un dominio duraturo, insediò le prime colonie musulmane nel territorio, sviluppando scambi culturali e commerciali, oltre che convertendo alcune parti del Paese. Tre secoli dopo, afgani, turchi e persiani provarono da nord a conquistare l’India con una serie di spedizione. Durate il XII secolo, Muḥammad di Ghūr riuscì nell’invasione della pianura indo-gangetica. Nel XIII secolo, il mercante di schiavi Shams al-Din Iltutmish creò nei pressi di Delhi un sultanato turco.
In questo regno, caratterizzato dalla violenza e dalla repressione, ci furono numerosi regnanti, spesso assassinati per prendere il potere. La religione indù venne sostituita, ma con poco successo, dalla legge dell’islam e dal corano. Tra i lati positivi del dominio islamico durante la storia dell’India, nel riassunto troviamo uno sviluppo dell’agricoltura e il miglioramento dei canali d’irrigazione. Anche la cultura persiana era molto presente, soprattutto al centro, mentre al sud si susseguirono una serie di fallimentari dinastie nel Deccan. Il sultanato di Bahmani, ad esempio, adottò metodi molto duri, creando così un profondo odio tra musulmani e indù, ma creò anche un processo importante a livello culturale, sviluppando le arti.

Le principali dinastie
Tra i maggiori imperi che si susseguirono durante la storia dell’India, in breve, troviamo quello Vijayanagara, esteso da sud verso occidente. Un regno florido, che promosse l’agricoltura e i commerci. Spesso, ci furono forti scontri con il sultanato di Bahmani per controllare la valle dei fiumi Tungabhadra e Krishna, cambiando spesso i territori dominati. I commercianti, durante questo periodo nel riassunto della storia dell’India, iniziarono a essere più importanti di bramini di corte e proprietari terrieri, finché questa attività non cadde in mani portoghesi e arabe, come il controllo dei porti e il dominio portoghese su Goa nel 1510. Nella città di Vijayanagara vennero costruiti monumenti, altari e templi, come quello di Shiva a Virupaksha.
Quando i sultanati si unirono e attaccarono nel 1565 Vijayanagar, l’impero venne sconfitto e iniziò così il suo declino. Nel XVI secolo, gli eredi di Tamerlano attraversarono il passo di Khyber, iniziando la dinastia Moghul nel nord del Paese. Questa durò oltre 200 anni, terminando nel 1707 e scomparendo dopo la guerra del 1857 per l’Indipendenza. Pur essendo di credo islamico, i regnanti Moghul non imposero il loro credo sugli indù, creando un regno di tolleranza e rispetto dei diversi culti. Il declino di questo impero, aprì la possibilità ai britannici di entrare in India durante il XVII secolo. In questo momento della storia dell’India, il paese era tra i più potenti al mondo grazie alle sue risorse.

I Maratha e i Sikh
Al servizio dei sultani di Bijapur, i capi delle tribù Maratha riuscirono a insediarsi nel principato di Pune, poi capitale dei Maratha presa dal generale Shivaji nel 1674, autoproclamato poi signore dell’Universo e padre della nazione maratha. Durante la storia dell’India in breve, creò nel Maharashtra un regno duraturo. Attraverso un trattato, nel 1717 i moghul lasciarono a loro il controllo del Deccan, in cambio del riconoscimento del regno Moghul e di alcune imposte annuali. Ciò non fermò comunque i Maratha, che invasero alcuni territori a sud dei moghul, estendendo i loro territori.
Vennero sconfitti dagli afghani darrani nel 1761, durante la battaglia di Panipat, iniziando così un’invasione dei 5 stati indipendenti e anche i maratha cedettero all’impero britannico. La loro sconfitta aiutò la separazione di Punhab da Delhi, creando nel nord-ovest il regno Sikh, un movimento nato nel II secolo a.C., ma irrilevante nel riassunto della storia dell’India fino al XVI secolo, quando gli insegnamenti di questi guru furono più diffusi al nord. Durante il 1770, il potere sikh era diffuso da nord a est, fino ad arrivare nel sud a Multan e a Jammu nel nord. Questo regno, inoltre, promosse la pacifica convivenza tra indù e musulmani.

Il Controllo Britannico
La Compagnia delle Indie, impresa commerciale nata nel 1600 per volere della regina Elisabetta I, firmando il trattato che accordò 21 anni di monopolio commerciale nell’Oceano Indiano. Poi, nel 1784, con l’Indian Act venne concessa ai governatori della Compagnia il potere di agire a nome di Londra. Fu il primo passo per trasformare l’India in una colonia inglese. Dal 1785, i governatori, insieme a un esercito, iniziarono la conquista dell’India sottomettendo i principali regnanti dei maratha, di mysore e a Ceylon. Durante il 1818 i Britannici avevano preso il controllo di tutta l’India. Nel XVII secolo la Compagnia poteva accedere a Calcutta, grazie a un permesso accordato dall’Imperatore Mogol.
Nel 1770 ci fu una grande carestia, che decimò un terzo della popolazione in vari stati. Lord Hastings fece costruire nuovi canali, restaurando quelli esistenti e migliorò l’istruzione pubblica. Lord Bentinck, nel 1828, rese l’inglese la lingua ufficiale, proibendo inoltre il lavoro minorile. Nel 1857, i soldati indiani del Bengala Army, una delle armate anglo-indiane della Compagnia, si ribellarono a Meerut con un’insurrezione che si diffuse a macchia d’olio nella zona settentrionale e centrale a causa del trattamento delle truppe indiane e per la politica delle annessione. Furono numerose le vittime da entrambe le parti e gli scontri si conclusero nel 1858, con lo scioglimento della Compagnia. Questo evento, creò una nuova organizzazione di reggimenti ed eserciti a opera di Lord Canning.

Il colonialismo
Nel 1858 venne rettificato il Government of India Act, sancendo il termine dell’Impero Moghul e la deposizione dell’ultimo imperatore. L’India, durante la sua storia in breve, divenne una colonia britannica sotto il potere di un viceré, mentre a Londra venne fondato il Ministero dell’India. La capitale coloniale fu Calcutta e, nel 1876, la regina Vittoria era Imperatrice delle Indie. Dopo duri scontri, la Gran Bretagna prese nel 1891 la bassa Birmania e, nel 1891, l’intera, utilizzandola come stato-cuscinetto. Dal 1848 al 1856, il governatore James A. Brown iniziò l’espansione seguendo il principio della reversibilità, prendendo tutti i territori senza erede alla morte del reggente.
In questo periodo, riformò anche le poste, installò linee telefoniche e, nel 1854, inaugurò la ferrovia Calcutta-Agra, fondando varie università per le classi privilegiate. In questo modo, si creò durante la storia dell’India in breve una classe intellettuale locale, prima scintilla che accese lo spirito nazionalista, soprattutto nel Bengala. Nel 1885 venne fondato il Congresso Nazionale Indiano, con la partecipazione attiva di Indiani nel governo, reclamando lo stato di dominio. Nel XIX secolo, tra gli anni ’70 e ’90, 40.000 indiani morirono per la carestia e la peste, davanti all’indifferenza inglese e il divieto di assistenza agli affamati, oscurando in parte anche quanto accadeva.
I movimenti per l’Indipendenza dell’India
Re Giorgio V, nel 1911, venne incoronato imperatore dell’India, spostando la capitale a Delhi e unificando il Bengala con altre province appena conquistate, come Orissa e Bihar. Poco dopo, nel 1916, il Congresso Indiano Nazionale e la Lega Musulmana Panindiana si unirono per chiedere l’autonomia. Il Rowlatt Act venne promulgato nel 1918, portando severe pene per i sospettati di terrorismo. Dopo la I Guerra Mondiale, l’India era impoverita e le tasse e i prestiti di guerra erano ingenti. A Bombay iniziarono gli scioperi degli operai, mentre rivolte iniziarono a Madras, Bengala e Calcutta. Sommosse di massa e manifestazioni travolsero il paese e ad Amritsar i britannici aprirono il fuoco. Indù e musulmani si unirono come mai nella storia, cercando di contrastare i britannici e scioperare.
Ovunque aumentavano gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Personaggio di spicco di questo periodo fu Gandhi, che lottò in modo pacifico contro le autorità, muovendo le masse e rendendo la sua rivolta una religione. Venne identificato dal popolo indiano quasi come un profeta e, nel 1930, fece la marcia del sale. Percorse a piedi la strada fino al mare, raccogliendo alcuni cristalli. Questo gesto era illegale, in quanto gli inglesi avevano il monopolio sul sale indiano. Con questo gesto e l’aumento delle manifestazioni nazionaliste, gli inglesi promisero l’indipendenza, che arrivò il 15 agosto 1947: una delle date più importanti per la storia dell’India.

La partizione dell’India
Dopo solo due giorni dall’Indipendenza nel 1947, il viceré Mountbatten dichiarò la partition dell’India, creando nuovi confini di due stati sovrani. Da una parte il Pakistan e la sua sovranità, dall’altra l’Unione dell’India. Questo evento, scatenò l’esodo di oltre 12 milioni di persone tra hindù e musulmani, oltre che un’incredibile ondata di violenza e morte. La partizione avvenuta durante la storia dell’India in breve, infatti, fu un vero e proprio massacro di tipo religioso fondamentalista. Nel 1948, Gandhi viene assassinato da un induista estremista e, nel 1950, l’India viene proclamata Stato federale parlamentare e laico.

L’India Indipendente
Nella storia dell’India in breve, come vedremo in questo riassunto, gli avvenimenti successivi alla sua proclamazione come stato federale parlamentare furono turbolenti. Nel 1962 iniziò la guerra sino-indiana, tra India, Cina e Ladakh, mentre nel 1965 la seconda guerra indo-pakistana per la conquista del Kashmir e ciò portò l’India ad avvicinarsi all’URSS. Indira Gandhi sale al potere nel 1966, dichiarando lo stato di emergenza fino al 1977, a causa della terza guerra indo-pakistana. Nel 1984, Indira muore in un attentato da parte delle sue guardie sikh, gli succede il figlio Rajiv, che si dimette nel 1989 a causa della sconfitta del Partito del Congresso. Venkata Narasimha Rao forma il nuovo governo e, nel 1991, Rajiv viene assassinato da separatisti.
Nel 1992 viene distrutta la moschea di Uttar Pradesh da militanti indù, iniziando duri scontri interni. Il Partito del Popolo, nel 1996, non riesce a formare il governo, iniziando deboli coalizioni, fino al suo ritiro. Kocheril Raman Narayanan diventa presidente della Repubblica nel 1997 e, nel 1998, Atal Bihari Vajpayee diventa Primo ministro e l’India inizia a minacciare il lancio di missili nucleari, creando tensioni a livello internazionale. Nel 1999 inizia la guerra con il Pakistan e, nel 2001, si arriva all’apice della tensione con numerosi attentati. Nel 2002 Abdul Kalam viene eletto capo di stato e nel 2004 il Parito del Congresso è guidato da Sonia Gandhi.
L’India Oggi
Oggi, in India è presente ancora in molte zone un sistema a caste, che divide la popolazione in base alle origini e alla professione, oltre che in base alla regione. Secondo la religione induista, la casta di nascita è dovuto al karma delle vite precedenti. Fortunatamente, i sistemi in caste minori, come i shudra, sono state abolite nel 1949. Grazie alla sua ricca storia, come abbiamo visto in questo riassunto, l’India è un paese meraviglioso, ricco di numerosi siti storici dove possiamo ammirare le testimonianze del suo passato e dei vari imperi che qui si sono succeduti. Inoltre, in India si è sviluppata Bollywood, una florida realtà cinematografica a Mumbai, divenuta popolare in tutto il mondo, che ha permesso lo sviluppo economico e di questa industria, diffondendo la sua musica e le danze tradizionali attraverso il cinema.
Inoltre, in India sono presenti 21 lingue ufficiali, anche se sono oltre 390 quelle locali, mentre quella più diffusa è l’Hindi, mentre per quanto riguarda i documenti legali e scientifici, viene usato l‘inglese che è parlato da una grande percentuale della popolazione. Oggi, l’India è una Repubblica Federale e la sua capitale è Nuova Delhi. Tra città meravigliose, antichi templi, mausolei e paesaggi che si estendono tra le alte vette dell’Himalaya e splendide spiagge, l’India non vede l’ora di accogliere i viaggiatori provenienti da tutto il mondo!

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