La Penisola Calcidica
La Penisola Calcidica, in Grecia, è un fantastico gioco di scatole cinesi in cui il mare si alterna d’improvviso alla terra e dove la storia s’incrocia con il mito. Antico e privilegiato molo macedone, la Penisola Calcidica diede i natali al più grande dei filosofi: Aristotele. Da sempre magico scrigno di misteri e di misogini ordini religiosi, deve il suo nome ad arcaici fondatori partiti dalla città di Calcide, in Eubea.
- La Penisola Calcidica, terra di filosofi e religiosi
- Al cospetto di Sacri Monti e Monasteri
- Stagira, città storica della Penisola Calcidica
- Ierissos e Akanthos, verso il sud della Calcidica
- Il Canale di Serse, tra impresa e leggenda
- Verso Il Monte Athos, passando da Ouranopoli
- La Penisola si Sithonia, antiche frequentazioni
- La Penisola si Kallithera, tra reperti storici
La Penisola Calcidica, terra di filosofi e religiosi
La scura piramide del Monte Athos (2033 m) si erge prepotentemente da quel tumultuoso mare che si insinua provocatorio fra le tre “dita” sporgenti, arrivando a lambire il cuore interno della regione. Mare che entra tra le rocce ripide e verdeggianti, ma anche, e sopratutto, nei costumi e nell’animo della gente. Le coste frastagliate della Penisola Calcidica sono infatti tappezzate di insediamenti, a volte minuscoli, che spesso si sovrappongono a presenze più antiche. L’unica grande eccezione è la Repubblica Monastica del Monte Sacro (o Athos).
Al cospetto di Sacri Monti e Monasteri
La visita ai suoi celebri monasteri bizantini è consentita solamente per motivi di studio o religiosi e per pochi giorni; alle donne è ancora oggi, interdetto l’accesso. Ma l’alone mistico che circonda il monte da ormai più di mille anni si intuisce facilmente anche dal ponte dei numerosi battelli che quotidianamente ne inseguono il profilo. Risale infatti al 963 la fondazione della prima comunità (Iavra) da parte di sant’Anastasio, nel luogo in cui oggi sorge il monastero della Grande Lavra (Magistre Lavra) e solo nove anni più tardi emanarono la prima costituzione teocratica.
Stagira, città storica della Penisola Calcidica
Una visita della Penisola Calcidica non può che cominciare da Stagira, nell’alta costa orientale. Meta straordinariamente evocativa per essere stata la città natale di Aristotele (384 a.C.) e, secondo le ultime ricerche, forse anche il suo luogo di sepoltura, vanta comunque una lunga storia. Questa infatti comincia già alla metà del VII secolo a.C. quando i coloni provenienti dall’isola di Andros la fondarono. Prima distrutta e poi ricostruita in onore del grande filosofo da Filippo II, Stagira sorge in posizione arroccata nella Penisola di Liotopi. Gli scavi hanno messo in luce alcuni edifici e alcune porzioni dell’imponente cinta muraria rendendo la visita, insieme alla posizione quasi a strapiombo sul mare, particolarmente suggestiva.
Ierissos e Akanthos, verso il sud della Calcidica
Abbandonando Stagira, in direzione sud, verso il Monte Athos, si incontra il moderno centro di Ierissos, sviluppatosi sull’area della necropoli dell’antica Akanthos. Dall’alto di una ondulata collina, essa domina l’area funeraria disposta su uno dei pochi tratti di costa bassa e sabbiosa, interrotta, a sud, da un allungato promontorio roccioso che raggiunge ripidamente il mare. Nel piccolo golfo si è impiantato l’odierno porticciolo, principalmente a servizio dei pescatori.
Fondata anch’essa da coloni provenienti da Andros nel VII secolo a.C., Akanthos assunse una certa importanza nella regione Calcidica. Successivamente, nel 424 a.C., durante la guerra del Peloponneso, si arrese allo spartano Brasida. La sua indipendenza fu poi garantita da Sparta e da Atene nella pace di Nicia 421 a.C. Venne quindi incorporata dal regno di Macedonia e, nel 200 a.C., durante la seconda guerra macedonica, fu saccheggiata dai romani.
Lo scavo della necropoli ha consentito il recupero di oltre 13000 tombe, realizzate tra il VII secolo a.C. e l’epoca romana imperiale; sicuramente d’effetto è il recente allestimento quale museo all’aperto di una piccola ma significante porzione del sepolcreto.
Il Canale di Serse, tra impresa e leggenda
A pochissima distanza, in prossimità di Nea Roda e in direzione di Tripiti, è ancora riconoscibile a occhio nudo la depressione del cosiddetto Canale di Serse. Quest’opera di ingegneria militare persiana venne descritta da Erodoto e confermata da recenti studi.
Probabilmente, nel 480 a.C., il canale permise la navigazione della flotta persiana, evitando le insidie del pericoloso periplo del promontorio di Athos. Qui in precedenza avvenne il disastroso naufragio della spedizione guidata dal generale Mardonio nel 492 a.C.
Comunque già allo stesso Erodoto dovette sembrare sproporzionata l’idea di tagliare l’istmo più orientale della Penisola Calcidica per consentire il passaggio in sicurezza delle navi, tanto che attribuì il fatto alla smisurata ambizione del re persiano. Forse, come per il ponte di barche sull’Ellesponto, interpreta l’opera come il tentativo di Serse di attuare una sorta di guerra psicologica preparatoria all’invasione della Grecia.
Verso Il Monte Athos, passando da Ouranopoli
Continuando verso Ouranopoli, ultimo porto prima del confine con il Monte Athos, si apre la splendida baia. Qui dominano l’elegante Isola di Amouliani e i suoi isolotti satelliti. A Ouranopolis, in prossimità dell’imbarco, si trova una torre bizantina perfettamente conservata, costruita nel XII secolo e conosciuta anche con il nome di Phosphori.
Proseguendo, si percorre la costa della Penisola Calcidica sino alla frontiera con la Repubblica Monastica. Proprio qui è possibile visitare il Monastero Zygou, recentemente restaurato. Venne fondato prima dell’anno Mille e dedicato al profeta Elia; nel 1206 lo trasformarono in una fortezza franca.
La Penisola si Sithonia, antiche frequentazioni
Tornati a Ierissos, si lascia alle spalle la penisola del Monte Athos per quella di Sithonia, dirigendoci direttamente quasi sulla punta, in località Toroni. Qui, sullo splendido promontorio delicatamente poggiato su di una lingua di spiaggia bianca, gli scavi del 1975 hanno messo in evidenza una frequentazione iniziata almeno a partire dall’età del Bronzo Antica. Una grande necropoli a incinerazione compresa tra l’XI e il IX sec a.C., strutture murarie di età classica ed ellenistica, bizantina e post-bizantina dimostrano appunto come la località sia stata frequentata per un lunghissimo arco cronologico.
La Penisola si Kallithera, tra reperti storici
Lasciamo Sithonia e ci spostiamo sulla Penisola di Kassandra, in località Kallithera. Qui, a seguito di lavori edilizi, sono riemerse le strutture del Tempio di Zeus Ammone, eretto nel IV secolo a.C. e più volte rimaneggiato. Nelle sue vicinanze, all’interno di una grotta, gli esperti trovarono tracce della pratica di culti legati a Dioniso, almeno sin dal VI secolo a.C.. Nell’area invece sono stati rinvenuti materiali risalenti all’età del Bronzo.
Sula costa occidentale, a Capo Possidi, si trova una struttura templare affacciata su mare e dedicata a Poseidone. Qui sono ancora visibili le tracce di due edifici di culto. Nelle vicinanze, vale una sosta la città di Mende, fondata da coloni provenienti da Eretria con tracce risalenti già all’Età del Bronzo.
Si può quindi risalire nell’interno, sino a raggiungere Olinthos. La felice posizione dominante sull’incontaminata baia ha reso questa città, sin dal VI secolo a.C., un sito ambito da Ateniesi, Spartani e Macedoni. Citata anche da Demostene nelle Olintiche, pronunciate inutilmente un anno prima della sua distruzione per convincere Atene a intervenire in sua difesa, fu poi rasa al suolo nel 348 a.C. da un inferocito Filippo II. Il sovrano ridusse in schiavitù tutti i sopravvissuti. Il benessere di Olinthos, soprattutto quando fu a capo della Lega Calcidica, filtra ancora oggi tra le rovine che occupano le due piatte colline, affacciate sull’omonimo fiume in prossimità della foce. Ora siete pronti a scoprire la Penisola Calcidica!
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