Musica Marocco: La musica Gnawa
La musica Gnawa della confraternita di Merzouga è una testimonianza vivente della schiavitù dei neri d’Africa. Negli ultimi decenni, grazie alla musica internazionale che l’ha portata alla ribalta, la cultura delle confraternite Gnawa ha potuto farsi conoscere, specie grazie al Festival di Essaouira a essa dedicato.Ma Gnawa è molto più che un genere musicale dai più esperti definito trance-music. Questa cultura affonda le sue radici nella storia delle deportazioni di massa delle popolazioni nere: dal Ghana al Sudan occidentale, dalla Guinea al Mali. E ancor dal Niger e al Senegal verso il Medio Oriente e successivamente verso il Nord Africa e infine l’Europa. Scopritela durante il vostro viaggio in Marocco!

L’orgine della Musica Gnawa
Quando si parla di tratta degli schiavi solitamente si fa riferimento quasi esclusivo alla deportazione oltre Oceano Atlantico. In eguale misura però, se non superiore, l’esodo forzato avvenne proprio verso l’Africa e il Vecchio Continente. Qui infatti i regnanti dimostrarono di apprezzare la mercanzia contribuendo così ad alimentare il traffico. Quest commercio fu avviato ad opera dei nuovi conquistatori, gli arabi sauditi: già a partire dal 600 d.c. occupando vaste regioni del medio oriente e del Nord Africa, impiegarono le robuste popolazioni centroafricane nei lavori pesanti. Le popolazioni nere svolgevano le mansioni più impegnative in agricoltura e nelle imponenti costruzioni, nell’esercito alla conquista di nuovi territori ed anche nelle mansioni domestiche. Proprio in questo contesto, figura resa famosa dai romanzi risaltava l’eunuco, l’imponente guardia dell’harem del sultano, previa garanzia di “inoffensività”.
Ma se la deportazione verso le Americhe avveniva via mare, quella destinata al Nord si svolgeva con lunghi e deleteri viaggi transahariani (surclassati in seguito dal trasporto via mare) durante i quali si verificava un’inevitabile decimazione. Di questa tratta si ha ancora notizia nel XX secolo, quando finalmente alcuni stati africani sottoscrissero dei trattati di abolizione del commercio di esseri umani.
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Dove ascoltare la musica Gnawa
In Marocco sono molto conosciuti i gruppi musicali Gnawa che si esibiscono sulle piazze delle località turisticamente più famose. Marrakech e la sua piazza, Meknes, Fez e naturalmente Agadir ed Essaouira.

Una musica tra rituali e schiavitù
Sarebbe però riduttivo identificare la musica Gnawa solo con il delizioso e ben augurante sound musicale coreografato da roteanti danze. Si tratta dell’aspetto più evidente di una rappresentazione che rievoca le sofferenze degli avi esiliati, lo sradicamento dalla propria terra e la schiavitù. Una delle massime espressioni è il rituale della “Lila”, che essenzialmente mette in contatto il devoto con le entità sovrannaturali. Nell’atto, musica e danza sono vissuti come liberazione purificatoria, avvicinamento mistico, perdita di coscienza, guarigioni. Inevitabilmente si notano tutt’ora caratteristiche proprie delle ancestrali religioni animiste (condivise con le macumba per esempio), che, nonostante secoli di severa islamizzazione, sopravvivono celate dal folklore delle recite. Nella regione sahariana esistono dei villaggi che sono vere e proprie enclavi Gnawa, forse le più autentiche testimonianze colorate e euritmiche delle genti che dalla esotica Toumbuctu, probabilmente la principale piazza di interscambio, transitarono verso le regioni delle future Città Imperiali.

La tradizione musicale Gnawa
I berberi di Merzouga definiscono il vicino abitato di Khamlia “il villaggio dei neri” ove da secoli si perpetra la tradizione Gnawa. Col tempo gli abitanti si sono organizzati in scuole di musica e danza governate dal “Maalem”, il maestro della confraternita, che solitamente suona il “Guembro”, un grande basso acustico, una chitarra-tamburo con la cassa di legno e le corde di una fibra ricavata dalle interiora degli animali. Altri strumenti impiegati per la musica Gnawa sono le percussioni a membrana “T’bel”, e le tipiche “Garaqeb” magrebine, le grandi nacchere di ferro suonate dai girovoltanti danzatori. Di forte impatto emotivo l’incessante poliritmia delle percussioni e delle nacchere amalgamate dall’ipnotica melodia della chitarra tamburo della musica gnawa.

Un vero spaccato dell’Africa Nera che è riuscito a sopravvivere nel tempo ai bordi del grande padre Sahara, che permette di scoprire la Musica Gnawa.
Speciale Musica Marocco di Giacomo Ferri
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