La Storia della Thailandia
La storia della Thailandia è importante per comprendere con un riassunto in breve il passato e il presente di uno dei più affascinanti paesi del sud-est asiatico. Una storia antica, iniziata oltre 10.000 anni fa lungo la florida valle del Mekong e l’altopiano del Khorat, dove si sono sviluppate le prime civiltà. Tra le etnie più antiche dell’Asia, qui si trovano numerosi siti archeologici e complessi templari importanti, testimoni silenziosi di un ricco passato. Inoltre, questa terra fino al 1939 era conosciuta come il Regno del Siam, diventando poi la Terra dei Thai. Andiamo quindi a scoprire insieme la sua storia, approfondendola per comprendere il presente prima del nostro viaggio in Thailandia.
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La Storia della Thailandia in breve
Per comprendere il presente è importante conoscere il passato, andiamo allora a vedere la storia della Thailandia in breve. La Terra dei thai, oggi monarchia costituzionale, affonda le sue radici a oltre 10.000 anni fa con le prime etnie e civiltà sviluppate tra l’altopiano e il Mekong. Il regno Khmer di Angkor dominò su questi territori dal VII al XIII secolo d.C. Contrastato poi dai regnati thai provenienti dalle zone della Cambogia. Il 1238 segna il periodo più florido, quello di Ayutthaya, segnato anche dai primi contatti con gli europei, arrivati in Siam dal 1600. Dal 1783, il potere passò in mano al Rama I, che spostò la capitale a Bangkok, fondando il regno di Thailandia per come lo conosciamo oggi.
Il periodo dal 1932 al 1955, è stato caratterizzato da numerosi colpi di Stato e la formazione di ben 6 costituzioni, rafforzando il potere militare e l’opposizione, creando la famosa rivolta thailandese degli studenti nel 1973, che si presentarono anche durante gli anni ’90. Nel 2017 è firmata la nuova Costituzione, evitando il ritorno del Partito Populista. La Thailandia dal 2017 è un paese dalla veloce crescita economica. Inoltre, è uno dei paesi migliori in cui vivere, fare investimenti e, soprattutto, una delle mete più ambite dai viaggiatori!
Le fasi della storia Thailandia
Periodo | Epoche Storiche |
---|---|
Preistoria | 10.000 anni fa – 150 a.C. |
Regno del Funan | 50 – 550 d.C. |
Regno Chenla | VI – IX secolo |
Regno Dvaravati | VIII – IX secolo |
Impero Ayutthaya | 1351 – 1767 |
Regno di Rattanakosin/del Siam | 1782 – 1932 |
Terra dei Thai | 1932 – … |
La preistoria
I principali siti archeologici preistorici si trovano all’interno delle grotte nei pressi di Lampang, con tracce risalenti a oltre 600.000 anni fa. Questo è, infatti, lo stanziamento più antica di un etnia nel territorio asiatico. Le principali migrazioni nel territorio provenivano dalla Cina meridionale, circa 20.000 anni fa, stanziandosi prima nella penisola malese. Nelle valli fluviali a ovest, invece, si trovano manufatti e scheletri di circa 13.000 anni fa. Nelle molte caverne di Mae Hong Son, chiamate le grotte degli spiriti, ospitarono etnie tra il 11.000 e il 5.500 a.C. trovando qui le prime coltivazioni. Grazie ai suoi sbocchi su Oceano Pacifico, Indiano, Cina e Penisola malese, durante il neolitico gli insediamenti furono numerosi e l’economia florida.
Nel III millennio a.C. si hanno le prime tracce di coltivazioni di riso e simboli austroasiatici. A Udon Thani si trova il sito di Ban Chiang, uno dei più importanti in cui fiorì una tribù tra il 2.100 e il 200 a.C. Nei pressi del Golfo del Siam, nella zona est della Thailandia, si trovano sepolture, vasi e manufatti vari. Sul fiume Mun è presente il tumulo di Non Mueang Kao, nell’odierna Ubon Ratchathani. Probabilmente, considerando la qualità delle costruzioni e dei manufatti, questa zona era edificata da un’élite nel 1.000 a.C. Le prime testimonianze del Buddhismo, invece, sono a Ban Don Ta Phet.

I primi Insediamenti e gruppi etici
Le origini delle prime etnie durante la storia della Thailandia, in breve, e nel sud-est asiatico hanno ipotesi conflittuali. Le prime tracce di scrittura compaiono nel I millennio d.C. I primi popoli nella zona parlavano la lingua mon khmer, come i Khmer e i Mon, stanziati nel Paese tra 2.500 e 500 a.C., portando le strutture di società più evolute. Gli insediamenti maggiori lungo il Mekong si svilupparono 4.000 anni fa circa, parlando un proto-khmer, nel IV secolo circa a.C.
Nel I secolo a.C. si hanno le prime tracce di commerci con l’India, importando molti fattori, come la struttura dei centri urbani sulle coste e lungo i fiumi. Inoltre, tra i primi gruppi etnici presenti nella Thailandia storia troviamo i negritos e gli austronesiani, oltre che i proto-malesi. Lentamente, questi insediamenti etnici lasciarono il posto ai siamesi, mentre i Khmer si spostarono verso la Cambogia, mentre la cultura thai è assorbita dalle etnie rimaste. I Tai provenivano dal sud della Cina, diventando dominanti sul territorio solo nel XIII secolo, soprattutto nell’odierna zona del Triangolo d’Oro, tra Laos, Thailandia e Birmania.

Le antiche civiltà
Lungo le rotte marittime della via della Seta, tra Cina e Occidente soprattutto, si svilupparono gli insediamenti più sviluppati e le grandi civiltà del passato. La pericolosità di navigare intorno alla penisola malese, rese necessario anche il passaggi via terra attraverso la Thailandia, portando importanti commerci nel territorio, come possiamo leggere da testimonianze del II secolo d.C. Nella zona, inoltre, hanno rinvenuto monete romane risalenti al III secolo d.C., soprattutto vicino a Suphanburi.
Il regno di Funan
Durante il I millennio a.C. si formarono i primi regni in Indocina, tra cui il regno del Funan dal II secolo d.C. nei pressi del delta del Mekong. Il suo sviluppo è dovuto soprattutto al commercio tra India e Cina via mare, oltre che per la sua posizione e l’evoluzione agricola. Il primo tra i regni del sud-est asiatico a subire l’influenza Indiana, adottò come lingua principale il sanscrito e come leggi quelle di Manu. Probabilmente, le sue origini sono dovute all’unione tra l’etnia mon e quella autronesiane o khmer. Le ipotesi degli storici, inoltre, affermano che questa era una città-stato sul modello feudale, con numerosi contrasti interni.
Durante il V secolo raggiunse la sua massima espansione, arrivando in Vietnam, Cambogia e Birmania, oltre che in parte della penisola malese. Con l’aumentare delle tecnologie nautiche, e l’abbandono della navigazione sottocosta con relativo utilizzo dei porti funan, questo impero perse in parte il suo potere. Dal 480 al 514, sotto Jayavarman, il regno del Funan ebbe il suo ultimo momento di splendore, che corrisponde alla diffusione del Buddhismo e al termine del regno. Dovuto probabilmente anche alla guerra con i Chenla.

Il regno di Chenla e di Dvaravati
Il dominio del regno di Chenla, discendenti dei Khmer, nel 630 assorbì completamente il regno del Funan sotto re Isanavarman. La capitale spostata a Isanapura, oggi in Cambogia, e tornò lo shivaismo come religione principale. Jayavarman I fu il primo a creare un organizzazione amministrativa e militare, controllando tutti i territori del regno e divinizzando se stesso e i suoi antenati. Il VIII secolo è caratterizzato da una divisione dei territori Chenla, tra regni di terra e d’acqua. Indebolendo il suo status, riorganizzando i Khmer sotto il potere di Jayavarman II durante il 802. Il regno Dvaravati segnò invece la storia di tutto il sud-est asiatico dal I millennio al XIV secolo, formando le basi della cultura siamese.
Caratterizzato da città stato tra Laos e Thailandia, tra le prime civiltà in questa zona, introducendo il buddhismo e parlando il mon. Probabilmente, questo regno era centralizzato con una medesima matrice culturale ed etnica. La dinastia predominate fu quella Gupta, proveniente dal Nord dell’India. Nel VI secolo, tra il declino del regno Funan e l’ascesa Chenla, i Dvaravati crearono l’arte religiosa buddhista e si diffuse quello Theravada. Tutti i regni a est del Chao Phraya si piegarono sotto il regno Khmer, assorbendo così anche il regno Dvaravati e portando allo sviluppo dei popoli tai. Haripunchai divenne la capitale spirituale e nacque il regno Lanna.

I regni Khmer
Durante la storia della Thailandia in breve, nel IX secolo si sviluppò in tutto il sud-est asiatico l’impero Khmer, diventando il più importante nella zona. Fondato nel 802 dal principe, poi proclamato sovrano universale a Mahendraparvata, divenne poi Re Jayavarman. Instaurata la religione induista, si spostò la capitale ad Angkor. Un impero tra i più sviluppati e potenti della zona, creando un’amministrazione giudiziaria e governativa, oltre che commerci floridi, coltivando le arti e la cultura. Dal 1113 al 1150 regnò re Suryavarman II, famoso per la costruzione del tempio di Angkor Wat.
Sotto questo regno, invasero anche la penisola malese e il regno nell’odierna Nakhon Si Thammarat. Il potere Khmer arrivò così sull’altopiano di Korat e nella valle del Mekong. I domini Mon divennero stati vassalli, mantenendo un’autonomia apparente. La cultura e l’organizzazione dello Stato fu un esempio anche per il regno siamese, in seguito alle deportazioni durante il periodo del regno di Ayutthaya, in seguito alla caduta di Angkor nel XIV secolo. La Cambogia, in seguito, divenne uno stato cuscinetto tra le zone che formavano il Vietnam allora e il Siam.

La storia dei popoli thai della Thailandia
Secondo il mito, la nascita della stirpe tai, nata nella città degli Spiriti celesti, odierna Dien Bien Phu in Vietnam, avvenne per opera del dio Phya Theng che mandò il figlio a civilizzare queste genti. Nel mentre, iniziò una guerra con i popoli ritenuti inferiori, i kha, lasciando così la supremazia sulle pianure e le aree montane ai Tai. Khun Borom, il figlio del dio del cielo, chiamò i suoi 7 figli, assegnando a ognuno un territorio e una moglie. I sette si stanziarono tra Thailandia e Laos, oltre che altre provincie limitrofe. Per gli studiosi, invece, la storia del popolo tai ha inizio nel VI secolo a.C., quando fuggirono dai territori cinesi, in seguito all’espansione del regno Han lungo il Fiume azzurro. I primi Tai arrivati nel sud-est asiatico si stanziarono nella zona alta del Mekong e nel medio, dov’erano presenti i Khmer.
L’organizzazione Tai e i regni Nanzhao e Dali
I tai spodestarono presto i popoli mon-khmer, prendendo i territori lungo il fiume. A livello governativo, adottarono un sistema vassallare, con un’autonomia anche per le tribù minori. Lo stato, non centralizzato, proteggeva i suoi tributari e dava supporto militare. Il re sposava una figlia del vassallo e deportava alcuni parenti come ostaggi, creando un rapporto labile e numerose crisi interne. Spostandosi verso il sud della Cina, i tai entrarono nel regno di Nanzhao, fondato nel 737 nella zona di Yunnan, creando uno stato-cuscinetto per i cinesi contro il Tibet.
Fondato nuovamente sotto il nome di regno Dali nel 937, dopo il colpo di Stato del 907, crearono contatti con la cultura buddhista e indiana, trovandosi sulla rotta. Questo regno per il popolo thai fu molto importante, in quanto permise la sua crescita nel sud-est asiatico. Con la caduta del regno di Dali, i Tai si spostarono a sud, creando il regno di Chiang Hung, mentre l’impero cinese era preso da guerre interne, non potendosi così intromettere nella formazione di nuovi stati tai.

I regni Thai
Regno di Sukhothai e Lanna
Dal 1180 iniziarono le ribellioni dei tai del regno di Sukhothai contro i khmer, guidando una nuova ribellione e dichiarandosi dal 1238 indipendenti, con sovrano Sri Indraditya. Questo fu il primo tra i regni Tai, seguendo la filosofia del buddhismo e creando un rapporto paternalistico con i sudditi, governando secondo il dharma. Sotto Ramkhamhaeng il Grande il regno Sukhothai raggiunse il suo splendore massimo, creando un alleanza con i popoli occidentali mon. Si svilupparono anche le arti e l’economia, oltre che la religione buddhista. Alla morte del sovrano, i territori Sukhothai divennero indipendenti, segnando così il suo declino e la fondazione del regno Ayutthaya nel 1350. Fondato nel XIII secolo, il regno Lanna si posizionava nel Triangolo d’oro, arrivando fino al Mekong, e introdussero anche loro il buddhismo theravada.
L’orda mongola proveniente dalla Cina attaccò i territori vicini. Così si espanse il regno Lanna fino a Chiang Rai, dove nel 1263 fondarono la capitale, stringendo un’alleanza anti-mongola con i Ngam Mueng. Nel 1296, Mengrai spostò ancora la capitale a Chiang Mai, arrivando quasi fino ai confini dell’odierno Vietnam. Gli attacchi mongoli, anche se molteplici, furono sempre respinti, permettendo così la resistenza del regno. In seguito alla morte di Mangrai nel 1317, il regno vaccillò e, nel 1317, fondarono il regno Ayutthaya. In seguito all’annessione di Chiang Mai al Siam, l’impero divenne parte della società thailandese, conservando la propria scrittura e lingua ancora oggi sotto il nome di tai yuan.

Il dominio di Ayutthaya
Secondo stato del Siam, il regno di Ayutthaya ebbe il controllo sulla zona dell’attuale Thailandia per 4 secoli. Fondato dal principe Ramathibodi nel 1350, arrivò a esercitare il proprio potere fino alla penisola malese. La nuova capitale, fondata nel 1351, si chiamava Ayutthaya, derivato dal nome di una città santa in India dove nacque, secondo la leggenda, Rāma. Fu da sempre un regno cosmopolita, con abitanti di varie etnie. Tra le varie campagne militari, le più significative furono quelle contro l’impero Khmer, ormai in declino, portando alla caduta di Angkor Thom.
Ciò portò all’annessione dei territori dell’Impero Khmer, ma nel 1357 un nuovo re khmer riprese la città, cacciando il popolo del Siam. Nel 1357, a causa delle invasioni e delle crisi dinastiche, iniziarono varie rivolte interne, come quella dei Turbanti Rossi, conclusa nel 1368 e la salita al potere della dinastia Ming. Il regno di Ayutthaya riconobbe quindi la supremazia dell’Impero Cinese, pagando dei tributi e ricevendo dei vantaggi per i commerci. Dal 1570 il re della Cambogia approfittò della crisi Ayutthaya, ma i siamesi respinsero tutti gli attacchi. Avendo subito molte perdite e deportazioni, Maha Thammaracha fece ricostruire le città, fortificandole e acquistando dei cannoni dall’Europa.

La rinascita del Siam e il periodo d’oro
Per l’economia siamese, i tributi pagati ai birmani furono disastrosi, come le deportazioni subite. Nel 1581 Bayinnaung morì, portando alla disfatta dell’impero. Nel 1584, proclamarono l’indipendenza di Ayutthaya. Per scoraggiare gli attacchi Pegu, durante la storia della Thailandia in breve, molte zone al nord rimasero disabitate. Naresuan prese il titolo di re di Sukhothai, dedicato al trono di Ayutthaya e, nel 1592, in groppa al suo elefante uccise l’erede del trono birmano. Questo evento segnò la rinascita di Ayutthaya e l’espansione dei territori, ottenendo riconoscimenti dall’Impero cinese. Con gli scambi tra Spagna e Portogallo, i commerci fiorirono e crearono un vassallaggio in Cambogia e nei regni Lanna.
In seguito alla morte di Naresuan, riconquistarono la bassa Birmania e anche Lanna. Mentre la capitale Khmer si spostò a Oudong, creando alleanze anti-siam con il Vietnam. Ayutthaya progredì velocemente nel XVII secolo, grazie alle poche campagne militari e ai commerci anche con Persia e i Moghul in India, mentre giapponesi e olandesi prendevano il controllo sullo stretto di Malacca. Ayutthaya, al termine delle guerre, era un territorio ricco e collegamento tra Occidente e Oriente. Dal 1656 al 1688, sotto il Regno di Narai, il Siam passò il periodo di massimo splendore. Svilupparono gli scambi diplomatici e commerciali con l’occidente, soprattutto con Francia e Inghilterra. Promossero le arti e si sviluppò la letteratura thailandese.
La caduta di Ayutthaya
Nel 1688, alla morte di Narai, Phetracha, cortigiano di corte, usurpò il trono e mandò via dal Siam gli stranieri, tranne i missionari. Questa situazione durò fino all’800′ e, perdendo la possibilità di commerciare con l’occidente, perse anche la sua fonte principale economica, compensandola con gli scambi con Cina e altri stati del sud. Il buddhismo divenne sempre più importante e molti popolani divennero monaci per ottenere uno status elevato. Il regno di Borommakot fu l’ultimo periodo d’oro di Ayutthaya, fino al 1758, caratterizzato dalla costruzione di enormi templi, la riscoperta delle arti e una crescita economica.
Concentrandosi sui fasti aristocratici, si assopirono le forze militari, non aspettandosi un attacco birmano, guidati da Alaungpaya della dinastia Konbaung e, nel 1760, assediò la capitale. Dal 1763 al 1764 i birmani controllarono Lanna e i successivi attacchi furono fatali per Ayutthaya, che capitolò nel 1767. Vennero distrutte tutte le documentazioni scritte su Ayutthaya, come gli edifici e la popolazione venne deportata, come la famiglia reale e il re fu ucciso in fuga. Ayutthaya, abbandonata, diventò una città fantasma invasa dalla giungla e il Siam subì enormi danni. Questo evento risveglio il miliarismo e, sul lungo periodo, creò un ordine sociale basato sull’economia di mercato.

Il periodo di Thonburi
In seguito alla caduta di Ayutthaya, i birmani rientrarono in patria per fronteggiare l’invasione cinese. Il Siam si divise in 6 zone, controllate dai signori della guerra; tra cui il generale siamese Taksin. Dopo aver formato un esercito nel 1767 risalì il fiume Chao Phraya e obbligò i birmani a lasciare le terre, diventando re del Siam. Spostò la capitale a Thonburi e riunificò il paese. Negli anni dopo, prese il controllo di Lanna e delle città invase nei 10 anni precedenti, respingendo i birmani. Iniziò una politica espansionistica, sottomettendo i malesi, la Cambogia, Luang Prabang e Vientiane.
Ora, il dominio siamese era maggiore di quello Ayutthaya e vennero annessi anche i territori del Laos al Siam. Taksin ricominciò gli scambi commerciali con l’Inghilterra, Olanda e Cina e favorì le immigrazioni. Creò anche un regime militarista con un potere centrale, come quello ecclesiastico; dividendo nella sua corte le cariche. Ciò indispettì molti nobili sopravvissuti di Ayutthaya, che si organizzarono per un colpo di Stato nel 1782, che non andò a buon fine. Arrestarono e decapitarono gli autori e, Taksin, nel 1782 si incoronò, iniziando la dinastia Chakri, ancora regnante in Thailandia, facendosi poi chiamare Rama I.

I regni di Bangkok e il periodo Rattanakosin
Con lo spostamento della capitale, intorno scavarono un fossato, creando l‘isola di Rattanakosin, centro dell’odierna Bangkok. Venne chiamata regno Rattanakosin, riportandolo ai fasti di Ayutthaya, riscoprendo i monumenti, i manoscritti e gli oggetti sacri e decorando i palazzi della capitale. Tra le più importanti realizzazioni di questo periodo, spicca il Grande Palazzo Reale. Le invasioni birmane continuarono fino al 1804, ma sempre respinte, rafforzando i confini a nord-ovest, edificando Chiang Mai. Rama II si attribuì il ruolo di guida spirituale, rinnovò la burocrazia e supportò l’immigrazione cinese, rafforzando la forza lavoro locale, creando le basi per l’economia di mercato.
Inoltre, in questo periodo vediamo anche nascere la borghesia siamese. Sotto Rama III ci furono molte guerre interne e conflitti, portando nel 1828 alla distruzione della capitale e alla deportazione dei laotiani come forza lavoro, annettendo al Siam il regno di Vientiane. La Cambogia, tornata sotto il potere del Vietnam, sconfisse nel 1812 i siamesi. Nel 1826 i Britannici, dopo aver colonizzato Malesia e Birmania, firmarono con Rama III un trattato per nuovi scambi commerciali e riaprendo il Siam verso l’occidente.

L’ombra del colonialismo e la modernizzazione
Nel XIX secolo, l’Europa si espande e il Siam rimane indipendente del sud-est asiatico in quanto stato cuscinetto tra britannici e francesi. L’influenza inglese in crescita venne riconosciuta dal Rama IV nel 1856, firmando il trattato Bowring e liberalizzando il commercio con Inghilterra. Bangkok, però, si rese conto della sua inferiorità verso i britannici, freschi vincitori contro la Cina per la guerra dell’oppio. Rama IV modernizzò il Paese, pensandola una mossa necessaria per conservare l’Indipendenza, diffondendo scoperte occidentali e supportando così l’economia interna. Introdusse infatti i diritti per le donne, la stampa e l’educazione.
Intanto, l’invasione francese era sempre più pressante, ma il Siam si sentì protetto dell’alleanza con i Britannici. Nel 1893, con l’inizio delle guerre franco-siamesi, Rama V vedendo i cannoni puntati sul Palazzo, cedette ai coloni francesi il controllo dei territori a est del Mekong e nel Laos. L’aiuto inglese non arrivò, ottenendo però la garanzia dell’indipendenza e dell’integralità. Nel 1893, i britannici ottennero dal Siam la rinuncia alle rivendicazioni territoriali e, nel 1909, ai territori di frontiera e dei sultanati in Malesia. Rama VI, invece, compì eccessive spese di Stato, aggravando il deficit per modernizzare il paese e creò una forma di nazionalismo estrema. Fondò un’unità paramilitare, chiamato il Corpo d’armata della tigre selvaggia e, nel 1917, si unì alle forze alleate durante la I Guerra mondiale, ma l’intervento del Siam fu limitato.

L’avvento dei poteri militari e la fine della monarchia assoluta
Merito dell’istruzione dei thai all’estero, si creò una nuova élite. A Parigi nel 1927 alcuni studenti thai programmarono un attacco al regime monarchico assolutista. Condivisero dopo il loro ritorno in Siam i loro piani tra civili e militari, creando il partito segreto Khana Ratsadon. Il Paese era in emergenza economica a causa delle spese di Rama V e VI, oltre che dopo la grande depressione nel 1929. Questa situazione, permise la rivoluzione nel 1932, portando la fine della monarchia assoluta e alla creazione della Costituzione, terminando il regno di Rattanakosin e instaurando nel Siam una monarchia costituzionale con Rama VII. Il re più volte cercò di ristabilire un assolutismo del potere ma, fallendo, andò in Inghilterra in esilio.
Nel 1935 abdicò, proclamando re il nipote Ananda Mahidol. Nei 10 anni successivi, il potere militare guidato da Phibunsongkhram e quello civile da Banomyong, iniziarono un conflitto. Il militarismo ebbe la meglio e Phibunsongkhram divenne Primo Ministro nel 1938, creando un modello dittatoriale nazi-fascista, con l’obiettivo di unire i popoli thai sotto un solo stato. Nel 1940 iniziò la guerra franco-thailandese, riprendendo grazie al Giappone i territori di Cambogia e Laos persi sotto Rama V. Nel 1941 il Giappone invase la Thailandia e iniziò la guerra del Pacifico. In questo periodo, si svilupparono movimenti anti giapponesi e l’occupazione fu tra le più oppressive di sempre. Bangkok subì oltre 4.000 bombardamenti e, nel 1945, terminò il conflitto.

La guerra fredda e una breve democrazia
Dopo Phibunsongkhram, salì al potere Pridi Banomyong, reggente prima di Rama VIII. In seguito al conflitto, il paese venne affidato ai civili, e non a reggenti o militari. Banomyong supportò i movimenti anti-coloniali nel sud-est asiatico, facendosi molti nemici occidentali entrando nella guerra fredda contro l’URSS e, nel 1946, divenne capo del governo. Venne creata una nuova Costituzione e introdotti i primi partiti privi di influenza militare durante la storia della Thailandia in breve. Lo stesso anno, il re venne trovato morto in circostanze misteriose, nominando Rama IX, suo fratello minore. Banomyong si dimise da reggente e si diffuse il sospetto della sua partecipazione al regicidio e la sua simpatia verso i comunisti. Diede quindi le dimissioni, favorendo il ritorno del potere militare grazie anche alle politiche del Seri Thai.
Nel 1946 tornarono i francesi nei territori dell’Indocina precedentemente thai. Per negoziare la pace tra Francia e Thailandia arrivarono gli USA, che scelsero il paese come base contro il comunismo nella zona, aiutandolo anche a livello economico e militare. La breve esperienza nella democrazia per la Thailandia terminò nel 1947 con un colpo di stato di Phibun, che venne nominato Primo ministro nel 1948. L’anno dopo il Siam divenne ufficialmente Thailandia, con un annuncio via radio l’11 maggio 1949. Il paese si avvicinò agli USA e tornò al potere la monarchia Chakri. Thanarat, con un golpe, si fece nominare Primo ministro nel 1958, creando, in accordo con l’America, una dittatura senza precedenti.

La dittatura e lo sviluppo economico
Questo periodo storico fu anche caratterizzato da un incremento demografico, economico e molti thai si spostarono a Bangkok. Inoltre, si sviluppò la classe media e l’istruzione. Con l’avvento della Guerra in Vietnam, Thanarat supportò gli americani fornendo basi aeree per favorire i bombardamenti. Morì nel 1963, facendo emergere le ricchezze accumulate con la corruzione. Il generale Kittikachorn continuò la sua politica anticomunista a supporto degli USA, creando molto malcontento. Contro il suo governo vennero organizzate numerose rivolte, fino a quella studentesca del 1973, che pose fine al suo potere per volere di Rama IX, andando in esilio. Iniziò una nuova democrazia che durò 3 anni, alternando diversi governi nati da frazioni civili.
Ciò alimentò i presupposti per altri colpi di Stato militari. Dopo la vittoria dei comunisti in Vietnam nel 1975 al termine della guerra, crebbero le tensioni e la paura in Thailandia, vedendosi come un nuovo obiettivo. Questa situazione, fu alimentata dalle incertezze economiche, gli scioperi e le rivolte nel 1976, che obbligarono il governo a cedere alle richieste. Nello stesso anno, dopo il massacro all’Università di Thammasat, avvenne il colpo di Stato militare a Bangkok, organizzato da Kittikachorn durante l’esilio. Iniziò una nuova repressione militare e Chomanan, organizzatore del colpo di stato del 1977, si fece eleggere Primo ministro.

Il potere militare
In seguito ai numerosi colpi di Stato, durante la Legge marziale il Parlamento si indebolì e il potere passò in mano a vari regimi, cambiando 19 costituzioni dal 1932 al 2015. La democrazia tornò solo nel 1988, ma la nuova Costituzione diede maggiori poteri alle forze militari, con il Primo ministro che controllava il Parlamento. Kriangsak terminò la guerriglia interna, firmando un patto con la Cina che forniva armi ai ribelli. Con il patto, i cinesi potevano passare in Thailandia per rifornire i khmer rossi. Dopo questi cambiamenti e l’amnistia ai membri della guerriglia thai, il partito comunista e la guerriglia sparirono in breve. Dopo le elezioni del 1988, salì al potere il partito nazionale thai, con leader Choonhavan.
Il governo fu anch’esso corrotto, portando a un ennesimo colpo di stato nel 1991 e nuove elezioni l’anno dopo, vedendo nascere, tra molte contestazioni, il governo del generale Kraprayoon. Le proteste furono represse duramente, arrivando al maggio nero. Vennero stabilite nuove elezioni libere, portando alla vittoria del partito conservatore democratico, creando una nuova Costituzione, stilata da un’assemblea eletta dei cittadini, chiamata infatti la Costituzione del popolo. Questa fu la più democratica di sempre, ma il paese attraversò una dura crisi economica.
Il XXI secolo
Dal XXI secolo la storia della Thailandia, in breve, fu caratterizzata da avvenimenti importanti nella politica internazionale. Shinawatra, magnate delle telecomunicazione e leader del partito Thai Rak Thai venne eletto nel 2001 Primo Ministro, rieleggendolo poi fino al 2006. La politica pro populismo creò profonde fratture tra le istituzioni, creando un conflitto di oltre 10 anni. Nel 2006 la sua carriera terminò con un colpo di stato, sospendendo anche la corte costituzionale. La corte di Bangkok lo accusò di corruzione, ricevendo anche dure critiche da Amnesty International, in quanto durante le sue battaglie contro la droga fece uccidere moltissime persone, sopprimendo con violenza i separatisti islamici. Il partito di Thai Rak Thai venne sciolto e salì al potere il partito del potere popolare.
Ma, dopo pochi mesi, in seguito a numerose proteste, il primo ministro Sundaravej diede le dimissioni, accusato di conflitto d’interessi. Nel 2010 ci furono molte manifestazioni contro la Dittatura a Bangkok, represse dalle forze dell’ordine con numerose vittime. Durante le elezioni del 2011, vinse il Partito Pheu Thai di Shinawatra, sorella di Thaksin, costretta a dimettersi pochi mesi dopo, accusata di abuso di potere. Poco dopo ci fu un nuovo colpo di Stato, durante la quale molti persero la vita durante gli scontri. Prayut Chan-o-cha, comandante dell’esercito, guidò un nuovo colpo di Stato, proclamandosi Primo ministro, rimanendo in carica per 5 anni. Molte furono le pressioni per tornare alla democrazia, anche internazionalmente; ma Prayut non diede nuove elezioni.

Una nuova repressione
Nel 2016 salì al trono Rama X, attivo a livello politico e rafforzò la monarchia nel paese, seguendo un esempio assolutista del potere. Nel 2017 firmò una nuova Costituzione, aumentando i poteri della corte costituzionale e militari. Ciò permise a Shinawatra di tornare al potere. Così, inoltre, il re aumentò i suoi privilegi e, nel 2018, l’Agenzia della Proprietà della Corona trasferì i beni reali, prima patrimonio nazionale, unicamente al re. Ciò lo rese uno dei reggenti più ricchi nel mondo.
Con le nuove elezioni nel 2019, Prayut divenne Primo ministro, creando il Partito del Futuro nuovo, opponendosi al potere militare. Venne però sciolto nel 2020, creando una rivolta popolare e manifestazioni antigovernative, chiedendo lo scioglimento parlamentare, una riforma monarchica e tagli ai privilegi reali. Prayut dichiarò lo stato di emergenza, e le manifestazioni vennero placate dall’esercito. Però, l’impatto obbligò il ministro a promettere cambi nella costituzione, anche se con poca credibilità, continuando per molto le manifestazioni durante la storia più recente della Thailandia.
La Thailandia Oggi
Dopo questi momenti di forte instabilità, si sono succeduti diversi leader. Dopo il 2014, il Paese è tornato in forte crescita, grazie anche agli investimenti esteri, migliorando anche le infrastrutture e aprendosi sempre più al turismo. Mentre l’economia mondiale subì un rallentamento, dal 2016, invece, la Thailandia prosegue con un trend positivo, diventando uno dei migliori luoghi al mondo per gli investimenti e per vivere. Oggi, il Paese è una monarchia di tipo costituzionale con re Maha Vajiralongkorn Bodindradebayavarangkun, della dinastia Chakri. Inoltre, grazie alla sua chiusura durata fino a pochi anni fa, questo meraviglioso paese del sud-est asiatico conserva un fascino autentico, pur trovando numerose città ultra moderne e lussuosi resort sulle sue spiagge paradisiache.

Viaggi Consigliati lungo la Storia della Thailandia
Dopo aver scoperto un riassunto della storia della Thailandia in breve, se state cercando gli itinerari per ripercorrere la storia di questo meraviglioso Paese e scoprire le bellezze culturali e paesaggistiche qui presenti, vi consigliamo il nostro Tour di Gruppo: Thailandia d’Incanto.
Tour di Gruppo: Thailandia d’Incanto
Itinerario: Bangkok, Ayutthaya, Sukhothai, Chiang Rai, Chiang Mai.
Durata: 10 giorni - 7 notti
Partenze Confermate
Codice: THARCH1001
Se interessati a ripercorre i luoghi descritti vi consigliamo di consultare
le nostre proposte di viaggio in Thailandia.